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Le persone di MessageNet: Dario, Wholesale Chief Customer Officer

4 minuti di lettura TAG: Vita in MessageNet

Continuano le interviste per celebrare i 25 anni di MessageNet e il secondo protagonista è Dario, che dal 2011 fa parte del nostro team e che ci porta la sua prospettiva sul percorso in azienda, sulle sue passioni e i suoi consigli per chi vuole intraprendere una carriera lavorativa come la sua.

Chi sei? Di cosa ti occupi? Da quanto lavori in azienda?

Sono Dario e lavoro in MessageNet dal 2011, anche se in realtà il mio percorso è iniziato prima, durante un periodo di stage universitario al Laboratorio di Calcolo e Multimedia del dipartimento di Fisica, in collaborazione con MessageNet.

Dopo quell’esperienza, sono entrato in azienda con un contratto a progetto come sistemista junior e, successivamente, sono stato assunto a tempo indeterminato.

Con il tempo ho lasciato l’ambito prettamente tecnico per dedicarmi ad altre aree. Insieme al mio ex collega Matteo abbiamo creato da zero il supporto clienti, che prima non esisteva come area strutturata, portando in azienda un punto di vista più vicino all’esperienza reale degli utenti.

Oggi sono Wholesale Chief Customer Officer.

Hai un aneddoto o un ricordo particolarmente significativo legato alla tua esperienza in azienda?

Uno dei ricordi più importanti risale a prima del mio ingresso ufficiale in MessageNet. Durante un incontro in azienda, chiesi al capo come fosse possibile che su un singolo cavo passassero più canali di comunicazione. Mi spiegò il concetto di multiplexing: fu il primo di tanti insegnamenti che mi hanno fatto capire che non basta conoscere la teoria, bisogna soprattutto saper applicare le cose nella pratica.

Qualche anno dopo, mi sono trovato a dover usare un framework web per creare un servizio di consultazione di back office, imparando da zero CSS, Perl e il modello MVC. Non c’entrava molto con il supporto clienti o con l’amministrazione di sistema, ma rappresenta bene la filosofia che ho sempre seguito qui: affrontare nuove esigenze, imparare sul campo e crescere insieme.

Se potessi cenare con una figura storica o celebrità, chi sceglieresti e cosa chiederesti?

Mi piacerebbe incontrare un filosofo o un retore classico. Vorrei mostrargli dove siamo arrivati, confrontarmi sulla morale del nostro tempo rispetto alla loro e riflettere su quanto l’essere umano sia rimasto lo stesso nei secoli, con gli stessi dubbi e le stesse domande.

Se non lavorassi in questo settore, che tipo di lavoro ti piacerebbe fare?

Ho diverse passioni, che spaziano dalla tecnologia alla linguistica. Se potessi reinventarmi, probabilmente mi piacerebbe fare il linguista o il glottologo. Oppure mi dedicherei al turismo di carattere storico-artistico, che trovo molto interessante.

Se potessi scegliere un’innovazione che rivoluzionerà il mondo, quale vorresti vedere realizzata?

La fusione fredda. Un’energia a basso costo potrebbe risolvere molti problemi globali oppure ne creerebbe di altri. Sarebbe comunque un buon punto di partenza per costruire un futuro più sostenibile.

Quale consiglio daresti a chi sta muovendo i primi passi nel campo del supporto tecnico?

Il mio consiglio è di non fermarsi al proprio task o al singolo ticket, ma di avere sempre la curiosità di andare oltre. Bisogna capire le complessità tecniche e di processo, approfondire e cercare soluzioni che rendano più consapevoli e preparati.

E cosa più importante, non bisogna limitarsi all’aspetto tecnico: i clienti non sono ticket da chiudere, ma persone con esigenze reali da comprendere e gestire. È questo che ti permette di crescere davvero.